Fino all’8 luglio 2012 la città di Camerino ospita nella sala Crivelli realizzata all’interno dell’ex convento di S. Domenico, già stazione capolinea della vecchia linea del tram, una interessantissima personale di Vera Santarelli. La mostra, inauguratasi il 26 di maggio, verrà poi nuovamente allestita dal 21 luglio al 23 settembre nella vicina San Severino Marche ove sarà nuovamente visibile nei locali della Pinacoteca civica sita in Palazzo Manuzzini.
Le figure di Vera Santarelli sono apparentemente semplici e immediate, ma sono anche pervase da un tocco di malinconia. Una serie di incantevoli donne paffute e ben tornite ci guarda, immersa in un’atmosfera onirica, quasi senza tempo, stagliandosi sullo sfondo di paesaggi simbolici dai colori chiari e brillanti. La femminilità prorompente seppur velata da un sottile erotismo è pudica, talvolta ammiccante, sempre pervasa da un gusto unico per l’umorismo sottile. Molte le allusioni al mito, spesso rivisitato in chiave nuova, come nel caso dell’olio Leda e il cigno in cui chiaramente è la donna a sedurre l’animale e in quello de La mela di Paride in cui un Paride bambino porge il frutto ad una vezzosa Venere dalle labbra a cuore e lo sguardo perso nel nulla.
La mostra, curata da Francesco Rapaccioni e realizzata anche grazie alla collaborazione del Comune di Camerino, del suo sindaco Dario Conti, dell'Università degli Studi di Camerino e del Comune di San Severino Marche, si divide in sei sezioni. Si parte da Il filo conduttore: equilibri, equilibrismi dedicata ai dipinti che presentano soggetti i quali “possono sembrare alla ricerca di un equilibrio, ma che in verità Equilibrio hanno trovato ed Equilibrio trasmettono allo spettatore, anche quando sono alle prese con equilibrismi”, come afferma il curatore in un pannello della prima sala. La seconda sezione, intitolata Camicioni, è invece riservata alle numerose figure solitarie che l’artista rappresenta in abiti ampi cui sono sottintese le solite forme generose e ben si accosta alla successiva, Carta plissettata, nella quale fanno invece capolino oggetti, figure umane, animali fatti di carta plissettata bianca, materiale che rende concreti i sogni e i desideri. Segue una parte dedicata alle opere che sfuggono ad ogni catalogazione la quale traghetta il visitatore verso le ultime due sezioni: Attesa, in cui le figure paiono aspettare un altrove ispirando serenità e appagamento senza alcuna forma di inquietudine e Classicità in cui prevalgono i riferimenti al mito, alla storia, alla letteratura, alla musica, al teatro, alla cultura in generale.
In mostra è possibile acquistare anche il piccolo ma ben curato catalogo, ricco di riproduzioni a colori dei quadri esposti, con contributi di Paolo Volponi, Emanuele Zinato, Antonello e Duccio Trombadori e una postfazione di Francesco Rapaccioni.